Da Gaber a Faber: la memoria del canto e del teatro-canzone nel viaggio di Neri Marcorè
Giorgio Gaber e Fabrizio De André sono voci di un’Italia che si interrogava, una nazione piena di tensioni e contraddizioni che loro hanno saputo interpretare con profondità e ironia. Da un lato, Gaber – pioniere del teatro-canzone – che con le sue rappresentazioni ha saputo esplorare temi universali come la libertà e l’individuo, dando forma a spettacoli in cui musica e monologo si fondono in uno sguardo critico e disincantato sul vivere comune. I suoi testi, spesso segnati da una tagliente satira sociale, non si limitano a raccontare, ma coinvolgono, rendendo lo spettatore protagonista di un gioco di specchi e di domande mai retoriche.
Dall’altro lato, De André, poeta e cantore delle minoranze e delle esistenze marginali. Con una lirica capace di raccontare storie di vita, amori irregolari e tensioni sociali, ha restituito dignità e voce a quanti solitamente vengono lasciati ai margini della società. Attraverso canzoni come Bocca di Rosa, Il Pescatore, La Guerra di Piero, De André esplora la condizione umana con un lirismo universale, ispirato alla letteratura e alla filosofia, portando alla luce i dilemmi esistenziali dell’individuo.
Ciò che unisce Gaber e De André è la ricerca della verità umana, quell’esigenza di scandagliare il profondo per arrivare a una riflessione sincera e, spesso, scomoda. Entrambi hanno saputo parlare, ciascuno a modo proprio, di libertà e di amore, intesi come tensioni personali e sociali verso un’esistenza autentica e libera da ipocrisie. Hanno lasciato in eredità canzoni e pensieri che ancora oggi vibrano nella memoria di chi le ascolta, portando con sé un’eco di voci capaci di narrare ciò che è invisibile ma essenziale.
In questo contesto si inserisce la straordinaria interpretazione di Neri Marcorè nello spettacolo “Da Gaber a Faber”, in prima nazionale al Campania Teatro Festival il 1° novembre alle 18 al Teatro Mercadante di Napoli, dove, con grande rispetto e sensibilità, riesce a riportare in vita l’anima dei due cantautori. Non si limita a eseguire le loro canzoni, ma ne ricrea lo spirito, regalando al pubblico un viaggio emozionale che restituisce a Gaber e De André il ruolo di interpreti di un’Italia e di un mondo universali e ancora attuali. Con l’aiuto di talentuosi musicisti, Marcorè trasforma il palcoscenico in un luogo di incontro tra passato e presente, dimostrando che la voce di questi artisti è ancora necessaria per capire e affrontare la complessità del nostro tempo.
Lo spettacolo, che si avvale di una band composta da Anais Drago, Fabrizio Guarino, Domenico Mariorenzi, Alessandro Patti, Simone Talone e Alessandro Tomei, nasce da una produzione di Eventi S.C.R.L. in collaborazione con Chi è di Scena. Con un mix di ironia e introspezione, Marcorè riesce a evocare un’atmosfera che parla di inclusività e amore libero, con quel tono critico e al tempo stesso poetico che accomuna Gaber e De André, scomparsi rispettivamente 21 e 25 anni fa.
La partecipazione è altissima: i biglietti sono andati esauriti molte settimane prima dell’evento. La produzione del festival, sostenuta dalla Regione Campania e diretta da Ruggero Cappuccio, con la collaborazione della Fondazione Campania dei Festival presieduta da Alessandro Barbano, beneficia del sostegno del Ministero della Cultura. Il Campania Teatro Festival, infatti, si distingue non solo a livello nazionale, ma anche internazionale come parte della rete Italia Festival e dell’EFA (European Festival Association), grazie alla qualità della programmazione multidisciplinare.
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