Alta tecnologia per la resilienza: accordo tra DAC e Fondazione Convivenza Vesuvio
Presso la sede del Distretto Aerospaziale della Campania in Confindustria Caserta, giovedì 10 aprile è stato firmato un importante protocollo d’intesa tra il presidente del DAC, Luigi Carrino, e il presidente della Fondazione Convivenza Vesuvio, Vincenzo Coronato, alla presenza del presidente di Confindustria Caserta Beniamino Schiavone. L’accordo rappresenta un passo avanti strategico per coniugare l’uso dell’alta tecnologia con la sicurezza delle popolazioni vesuviane e la rigenerazione socio-economica delle aree interne della Campania.
Il protocollo mira a mettere le competenze e le infrastrutture tecnologiche del DAC, che aggrega oltre 30 grandi aziende, 150 PMI, 5 università e 5 centri di ricerca di rilievo internazionale, al servizio della prevenzione dei rischi vulcanici e della pianificazione sostenibile del territorio. Grazie all’accordo, la Fondazione potrà usufruire di sistemi avanzati per l’analisi dei dati satellitari, il monitoraggio con droni e la simulazione di scenari di evacuazione, offrendo un supporto strategico alle comunità locali.

Secondo Luigi Carrino, l’emergenza Vesuvio non può essere affrontata soltanto con strumenti di protezione civile. «È una sfida di innovazione e coesione sociale. La tecnologia deve essere parte di un approccio condiviso, volto a rafforzare la resilienza e la qualità della vita nei territori coinvolti». Vincenzo Coronato ha chiarito come la Fondazione non si ponga in contrasto con la Protezione Civile nazionale, ma lavori per valorizzare e tutelare il patrimonio economico, culturale e professionale dei 18 comuni della Zona Rossa vesuviana.
La proposta strategica della Fondazione, già recepita nel Piano Territoriale Regionale (PTR) della Campania, prevede un gemellaggio funzionale tra i comuni a rischio e le aree interne soggette a spopolamento, come l’Alto Casertano, l’area sud della provincia di Salerno, l’est del Sannio e l’Alta Irpinia. In queste zone esiste un surplus abitativo stimato in 165mila alloggi, che potrebbe essere valorizzato attraverso un piano di redistribuzione intelligente della popolazione in caso di emergenza.
Il protocollo coinvolgerà inizialmente i comuni di Ottaviano, Terzigno, Cercola e Boscoreale, con l’obiettivo di dare il via a un nuovo modello di mobilità temporanea assistita, che prevede esercitazioni annuali per 40mila persone. Queste simulazioni, che contemplano spostamenti andata e ritorno in giornata verso i paesi gemellati, rappresentano un banco di prova per testare tecnologie e modelli logistici in grado di gestire con efficienza flussi e deflussi durante situazioni di allerta.
«Il nostro obiettivo – ha spiegato Coronato – è mantenere queste persone in Campania, con soluzioni concrete che rispondano alla domanda abitativa temporanea e valorizzino le risorse delle aree interne». Un impegno condiviso da Beniamino Schiavone, che ha sottolineato il ruolo centrale delle imprese nel sostenere lo sviluppo dei territori e nell’offrire ai giovani nuove prospettive vicino alle loro radici.
L’accordo sarà progressivamente esteso a enti locali, università e partner europei, con l’ambizione di costruire una rete stabile di co-progettazione. «Non basta raccogliere dati o disegnare mappe – ha concluso Carrino – serve un approccio integrato, dove scienza, istituzioni e comunità lavorano insieme per una Campania più sicura, più consapevole e più viva».
Anche il sindaco di Caserta e presidente di ANCI Campania, Carlo Marino, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, inviando un messaggio di sostegno alla nascita di nuove sinergie tra pubblico e privato in ottica territoriale.
Una visione innovativa, che fa dell’alta tecnologia uno strumento di giustizia territoriale, sicurezza e sostenibilità
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