Biodiversità: la Stazione Zoologica Anton Dohrn per la pianificazione della conservazione
Sviluppi metodologici e applicazioni strategiche per la biodiversità globale con il contributo del CNR e dell’Università Federico II di Napoli
Pubblicato su Trends in Ecology and Evolution, lo studio Advances in Systematic Conservation Planning to meet global biodiversity goals analizza il ruolo della Pianificazione Sistematica della Conservazione (Systematic Conservation Planning – SCP) come strumento chiave per la gestione efficace della biodiversità a scala globale. Il primo autore, Sylvaine Giakoumi (Stazione Zoologica Anton Dohrn – SZN), insieme a Simonetta Fraschetti (Università di Napoli Federico II), Stefano Moro (SZN), Marco Andrello (Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR), Elena Gissi (CNR) e numerosi collaboratori internazionali, esplora le recenti innovazioni metodologiche e le implicazioni della SCP nel raggiungimento degli obiettivi di conservazione stabiliti dal Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal (GBF).

L’integrazione della SCP nei processi decisionali è fondamentale per garantire una pianificazione spaziale basata su evidenze scientifiche, ottimizzando l’allocazione delle risorse e massimizzando il rendimento delle strategie di protezione e ripristino degli ecosistemi. Questo approccio si basa su algoritmi avanzati che consentono di individuare aree prioritarie per la conservazione in base a criteri di rappresentatività, connettività e persistenza della biodiversità. Lo studio sottolinea come l’SCP rappresenti uno strumento imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi del GBF, in particolare la protezione del 30% delle aree terrestri e marine e il ripristino di almeno il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030.
Negli ultimi anni, la disciplina ha visto significativi progressi, con lo sviluppo di strumenti computazionali più raffinati e un’integrazione sempre maggiore dei servizi ecosistemici nelle valutazioni di conservazione. L’adozione di approcci basati sulla diversità genetica e funzionale, oltre alla biodiversità strutturale, permette una visione più olistica degli ecosistemi e delle loro dinamiche evolutive. Inoltre, l’integrazione di scenari di cambiamento climatico consente di valutare la resilienza delle soluzioni di conservazione, favorendo la progettazione di strategie adattative capaci di rispondere alle pressioni antropiche e ai mutamenti ambientali.
Strumenti come Marxan e Zonation hanno giocato un ruolo cruciale nell’implementazione dell’SCP, offrendo soluzioni scalabili e applicabili a diversi contesti ecologici e politici. Questi software permettono di identificare configurazioni spaziali ottimali per la conservazione, minimizzando i costi e i conflitti di utilizzo del territorio. Tuttavia, uno degli ostacoli principali rimane la traduzione delle evidenze scientifiche in politiche efficaci e applicabili su larga scala. Per superare questa barriera, lo studio propone alcune strategie, tra cui la standardizzazione dei protocolli di valutazione dell’incertezza nei modelli di conservazione, il rafforzamento delle capacità tecniche e decisionali attraverso programmi di formazione mirati e il potenziamento delle sinergie tra istituzioni scientifiche, enti governativi e stakeholder locali.
L’evoluzione dell’SCP dipenderà anche dalla capacità di integrare approcci interdisciplinari e di sviluppare modelli di governance flessibili e adattativi. L’adozione di metodologie partecipative che coinvolgano le comunità locali e le organizzazioni non governative nella definizione delle priorità di conservazione potrebbe rappresentare un passo avanti significativo nella riduzione delle resistenze socio-politiche all’implementazione di misure di protezione ambientale.
Man mano che gli impegni internazionali per la tutela della biodiversità si intensificano, la Pianificazione Sistematica della Conservazione emerge come un approccio fondamentale per il futuro della governance ambientale globale. L’integrazione di nuove tecnologie, l’innovazione nelle metodologie di analisi spaziale e il rafforzamento delle collaborazioni multidisciplinari saranno determinanti per il successo delle strategie di conservazione nei decenni a venire.
Lo studio completo è disponibile al seguente link: Trends in Ecology and Evolution
Maggiori informazioni sulla Stazione Zoologica Anton Dohrn al sito ufficiale: www.szn.it
(foto fornite dall’Ufficio stampa della Stazione Zoologica Anton Dohrn)
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