‘La pietra il sol rivegga’: Marco Bagnoli in mostra alla Reggia di Caserta
di Luca Sorbo
CASERTA – “La pietra il sol rivegga”: questa frase incisa da Luigi Vanvitelli sulla prima pietra della Reggia di Caserta è stata il motore creativo dell‘istallazione di quasi cinque metri site specific nel cortile dal titolo Locus Solis e della mostra di Marco Bagnoli, tra i più significativi artisti italiani, attivo dagli Settanta del Novecento, che vanta quattro partecipazioni alla Biennale di Venezia e due partecipazioni alla Documenta di Kassel. Il titolo dell’opera richiama “Locus Solus” di Raymond Roussel e si basa sull’idea di un vaso che ruota su sé stesso, compiendo un giro completo ogni settantadue anni in sintonia con la precessione degli equinozi. Dal vaso emana un paesaggio sonoro creato da settantadue pietre di alabastro disposte in modo quinconce. Nelle sale espositive della Gran Galleria, recentemente ristrutturate e riaperte al pubblico nel marzo scorso, sono presenti altre undici opere. La curatrice Marina Guida, che ha individuato nell’artista toscano la personalità che era in grado di dialogare con il grande architetto, descrive così questa sezione della mostra: “Viaggio dunque, delle idee, delle visioni, nel tempo e nello spazio, verso una maggiore comprensione dei meccanismi della natura e dell’universo”.
Bagnoli dice che non si può e non si deve spiegare un’opera d’arte con le parole, che il suo è un intervento poetico e che ha solo immaginato una maturazione della pietra all’interno della miniera e che rinasce alla luce del sole. L’opera che espone all’interno del terzo cortile, continua, è un albeggiare del bianco alabastro che avvolge la foglia d’oro che avvolge il rosso Cinabro dipinto.
Il 25 luglio si è inaugurata la mostra e sarà visitabile fino al 23 settembre.
L’organizzazione della mostra è a cura della galleria torinese Giorgio Persano e di Studio Trisorio, con il supporto di Soprarno.
Germano Celant definisce l’opera di Marco Bagnoli con queste parole: “Un’inedita rifondazione poetico-scientifica del fare arte, che professa l’unità delle culture, al fine di sopprimere ogni confine ed ogni distanza e ridare all’indagine estetica una presenza simultanea di tutte le polarità del sentire e del percepire”
Bagnoli afferma: “L’opera d’arte è sempre un miracolo, perché essa avviene nel mondo e per il mondo, ed essa si fa nonostante ciò che esiste nel mondo. […] L’opera d’arte avviene nel vuoto, e in questo avvenire compie, per eccesso, l’offerta di sé, essa è allora agape, raccoglie in sé il mondo nel vuoto del suo rappresentarsi, si riempie del mondo. Facendola, l’artista si abbandona all’opera e l’opera lo abbandona”
Il percorso artistico di Marco Bagnali è molto originale. Nato in una nota famiglia di imprenditori, si laurea in chimica, per poi dedicarsi da autodidatta alla ricerca artistica. Dal confronto-scontro della sua formazione scientifica e del suo sentire poetico nascono molte delle sue creazioni. Le sue opere pur dense di pensiero hanno sempre una leggerezza che solo il vero talento sa esprimere.
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