Richard Wathen alla Galleria S3 di Gino Solito
di Luca Sorbo
Una piccola stanza nel cortile di Palazzo Partanna, sede della confindustria napoletana, ospita una mostra di notevole intensità emotiva. Immagini di grande eleganza, pervase da una profonda malinconia avvolgono lo spettatore trascinandolo nei meandri più segreti dell’essere. Una pittura dove il colore è la cassa di risonanza di stati d’animo intimi, privati, incomunicabili. Penso alle parole di Walt Whitman “Dico cose in confidenza che non direi a nessuno, ma voglio dire a voi”.
La mostra si è inaugurata il 16 febbraio con una notevole partecipazione di pubblico. Sarà visitabile fino al 19 aprile.
Richard Wathen, londinese, classe 1971, parla delle sue opere come autoritratti psicologici, come mezzi per delineare emozioni complesse attraverso l‘uso del simbolismo e il suggerimento di narrazioni di personaggi molto lontani dal suo sé quotidiano. La sua pittura, di indubbio pregio, è intrisa di citazioni di grandi maestri delle avanguardie, come Modigliani, Picasso e tanti altri, ma trova una sua originalità ed essenzialità. Il colore sembra sorgere naturalmente sia dagli acquerelli che dalle tele, un manifestarsi spontaneo di forme dense di risonanze interiori. La distorsione dei soggetti è funzionale ad una rilettura della personalità e consente la visione di una molteplicità di punti di vista.
Formatosi alla Fine Art Painting presso la Winchester School of Art nel 1995 si esercita sulla potenzialità del segno di riprodurre in modo nitido il reale e realizza opere grafiche e geometriche. Esplora poi il dialogo tra la sfocatura della percezione ed il contrasto delle composizioni. I personaggi sembrano incompiuti, il colore deborda e crea nello spettatore un sentimento di disorientamento e di empatia. Qualcosa è accaduto, qualcosa di importante ha travolto l’autore e noi siamo immersi in questo magma, lento, ma implacabile.
Il titolo della mostra è Unfolding the moon, un chiaro rifermento alla rivelazione, alla scoperta dei sentimenti che le opere offrono.
Galleria S3 è uno dei tre spazi espositivi gestiti da Gino Solito, che dopo l’avventura di NEA a piazza Bellini, ha aperto una galleria al Lanificio di Porta Capuana e quindi questo piccolo, ma coinvolgente spazio all’interno di Palazzo Partanna. Gino ha una formazione molteplice che spazia dall’editoria ad esperienze aziendali e questo gli consente di poter affrontare con padronanza le molte dimensioni dell’attività di organizzare eventi d’arte. Sicuramente, comunque, la motivazione più importante è la passione e la curiosità per il mondo dell’arte. Il ruolo del gallerista è molto complesso, perché deve dialogare con gli autori, con i collezionisti, con le istituzioni, con i critici, con i giornalisti e con il pubblico e deve anche riuscire a dare una sostanza economica al suo agire. Le competenze necessarie sono molte e richiedono sensibilità molto diverse. Le gallerie sono le uniche che rischiano sempre, in ogni iniziativa che propongono, ma sono anche le uniche che offrono novità. Molta della storia dell’arte contemporanea la dobbiamo a valorosi galleristi. Palazzo Partanna ha visto alcune delle mostre più importanti di Lucio Amelio e non possiamo che augurare a Gino Solito di ripercorrere le orme del geniale gallerista napoletano.
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