Utilitalia e Svimez: le filiere di acqua, energia e ambiente valgono il 4,7% del PIL del Sud
Il Rapporto Sud 2024 di Utilitalia e Svimez valuta gli impatti economici e occupazionali del settore delle utility nelle regioni meridionali e affronta le sfide future legate alla transizione energetica, all’economia circolare e alla gestione delle risorse idriche.
È stato presentato a Palermo il Rapporto Sud realizzato da Utilitalia e Svimez, che analizza il contributo economico e occupazionale del settore delle utility (ambientale, idrico ed energetico) nelle regioni del Mezzogiorno. Il rapporto evidenzia il ruolo chiave delle utility per lo sviluppo industriale e le sfide che il comparto dovrà affrontare nei prossimi anni, tra cui la transizione energetica e l’economia circolare.
Le utility del Sud: motori di sviluppo economico
Secondo il rapporto, il valore economico prodotto dalle utility meridionali nel 2023 è pari a 11,5 miliardi di euro, che rappresentano circa il 24% del valore aggiunto del comparto a livello nazionale. Se si considerano tutte le imprese che operano nella filiera delle utility, il contributo sale a 16,1 miliardi di euro, pari al 4,7% del PIL del Mezzogiorno. Questo settore si distingue per la sua forte vocazione industriale, con il 52% del valore aggiunto generato dalle imprese estrattive e manifatturiere.
Il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini, ha dichiarato: «Le utility meridionali rivestono un ruolo centrale nel promuovere la crescita economica e l’accesso ai diritti essenziali. Il Contratto di Rete firmato da 9 utilities del Mezzogiorno rappresenta un esempio di collaborazione per migliorare i servizi pubblici e affrontare insieme le sfide operative e regolatorie».
Le sfide per il settore delle utility nel Mezzogiorno
Il rapporto individua tre pilastri fondamentali per il rilancio delle utility nel Sud: transizione energetica, economia circolare e adattamento ai cambiamenti climatici.
Luca Bianchi, direttore generale di Svimez, ha sottolineato l’importanza di questi fattori: «Le utility hanno un ruolo decisivo nel sostenere la ripresa dell’economia meridionale, contribuendo alla trasformazione strutturale dei sistemi economici regionali. Il settore delle utility è fondamentale per attrarre investimenti e migliorare i servizi per cittadini e imprese, favorendo lo sviluppo economico locale».
Il potenziale delle fonti rinnovabili
Il Mezzogiorno ha il maggiore potenziale in Italia per la produzione di energia da fonti rinnovabili, con una quota del 35% della capacità fotovoltaica totale installata nel Paese. Il rapporto stima che, entro il 2030, circa il 61% della capacità fotovoltaica addizionale necessaria per raggiungere i target del Fit for 55 sarà concentrata nel Sud Italia.
Per incentivare ulteriormente la crescita del settore energetico, il rapporto suggerisce di promuovere l’integrazione verticale della filiera e l’adozione di soluzioni innovative, come l’autoproduzione energetica e l’investimento in tecnologie digitali.
Economia circolare e gestione dei rifiuti
Nonostante i progressi fatti, il Sud Italia deve ancora affrontare importanti sfide in termini di infrastrutture per la gestione dei rifiuti, specialmente per i rifiuti indifferenziati. Per raggiungere i target europei sull’economia circolare al 2035, il fabbisogno impiantistico è stimato in 2,5 milioni di tonnellate, concentrato soprattutto nel Centro-Sud. Migliori risultati si registrano nella gestione dei rifiuti organici, grazie ai nuovi impianti attivati con il supporto dei fondi del PNRR.
Per promuovere la circolarità delle risorse, il rapporto suggerisce di sviluppare strategie regionali allineate con le direttive nazionali e di introdurre meccanismi come i Certificati di Efficienza Economica Circolare, che incoraggerebbero l’innovazione e il rilancio del settore al Sud.
La gestione idrica e le sfide della siccità
Il rapporto evidenzia anche le criticità del settore idrico, messe in luce dalla grave siccità che ha colpito il Sud Italia, in particolare la Sicilia, tra il 2023 e il 2024. Molti sistemi idrici meridionali soffrono di una governance inefficace e di infrastrutture obsolete, con investimenti medi per abitante nel 2022 di soli 11 euro rispetto alla media nazionale di 70 euro.
Per rendere il settore idrico più resiliente, il rapporto propone di ridurre le perdite di rete, migliorare la manutenzione degli invasi e incentivare la differenziazione delle fonti di approvvigionamento, puntando anche sul riutilizzo delle acque reflue e sulla realizzazione di impianti di dissalazione.
Conclusioni
Il Rapporto Sud 2024 di Utilitalia e Svimez rappresenta un punto di riferimento per comprendere il ruolo strategico delle utility nel Mezzogiorno. Le proposte avanzate mirano a migliorare la sostenibilità e l’efficienza del settore, con un impatto positivo sull’economia locale e sull’occupazione. La transizione energetica, l’economia circolare e l’adattamento ai cambiamenti climatici sono le chiavi per il futuro del settore e per il rilancio economico del Sud Italia.
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