Tumore del colon-retto, l’allarme della SIED: in Campania solo il 20% partecipa agli screening

Il presidente SIED Giuseppe Galloro circondato dalla tecnologia di una moderna sala endoscopica operativa 1200 rotated 1

Tumore del colon-retto, l’allarme della SIED: in Campania solo il 20% partecipa agli screening

Ogni 25 minuti, in Italia, una persona muore di tumore del colon-retto. È uno dei cosiddetti “big killer” oncologici, ma resta ancora largamente sottovalutato, soprattutto nelle regioni del Sud. L’allarme arriva da Giuseppe Galloro, professore ordinario di Chirurgia generale all’Università Federico II di Napoli e neo presidente della SIED, la Società Italiana di Endoscopia Digestiva, che nel suo mandato triennale ha posto tra le priorità il rilancio della cultura della prevenzione.

“Il miglioramento delle adesioni agli screening di prevenzione sarà uno dei punti fondamentali dell’impegno della SIED nei prossimi tre anni”, afferma Galloro alla vigilia del Corso SIED 2025, in programma a Palermo dal 22 al 24 ottobre, evento internazionale che riunirà i maggiori esperti del settore, tra cui Yutaka Saito, direttore della divisione di Endoscopia digestiva del National Cancer Center Hospital di Tokyo.

I numeri parlano chiaro: il KCR (tumore del colon-retto) è la seconda causa di morte oncologica nelle donne (dopo il tumore della mammella) e la terza negli uomini (dopo il cancro del polmone e della prostata). In Europa si stimano circa 500mila nuovi casi l’anno, in Italia 50mila, con una mortalità che sfiora il 46% — ovvero circa 23mila decessi annuali. Eppure, la colonscopia di screening può ridurre la mortalità del 36-58%, a seconda degli studi.

Il vero problema, secondo Galloro, è la disomogeneità territoriale. “In Italia il sistema degli screening è eterogeneo, con un forte divario tra Nord e Sud e una scarsa adesione della popolazione.” I dati del GISCoR (Gruppo Italiano Screening Tumori Colorettali) confermano: le regioni del Nord registrano un’efficacia del 97%, quelle del Centro del 93%, mentre al Sud si scende al 45%. Ancora più allarmanti le percentuali di adesione: 46% al Nord, 30% al Centro e appena 20% al Sud. La Campania è ferma proprio a quel 20%, con Sicilia e Calabria ancora più indietro.

“Questi numeri descrivono una realtà grave – sottolinea Galloro – perché l’organizzazione c’è, ma manca la sensibilità dei cittadini. E le conseguenze, in termini di mortalità, sono drammatiche.” Per questo, la SIED, che in Europa è la società scientifica con il maggior numero di soci e contributi alla European Society of Gastrointestinal Endoscopy, intende promuovere una nuova stagione di sensibilizzazione, rivolta soprattutto ai più giovani, che potranno diventare veicoli di educazione alla prevenzione anche per gli adulti.

Il messaggio è chiaro: il tumore del colon-retto può essere prevenuto e curato con maggiore successo se diagnosticato in tempo. Ma per farlo serve un impegno collettivo, istituzionale e culturale. “La prevenzione – conclude Galloro – deve diventare parte integrante del nostro stile di vita.”

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