L’Italia vuole la Groenlandia come laboratorio artico con la NATO
Tra il 25 e il 27 agosto, delegazioni del Politecnico di Torino, dell’Università di Bologna e dell’Istituto di Oceanografia di Trieste hanno firmato intese con le autorità groenlandesi per ricerche glaciologiche e marine.
Accordi scientifici e ricerca
Secondo il ministero degli Esteri italiano, gli Atenei menzionati e gli istituti scientifici di Trieste hanno siglato partnership per studi sul clima e sulle dinamiche dei ghiacci, sfruttando la natura “a cielo aperto” della Groenlandia, un’isola grande il doppio della Francia e coperta per oltre l’80% da calotte glaciali. Questi progetti mirano a monitorare l’impatto dei cambiamenti ambientali sull’Artico e a sviluppare modelli predittivi per il clima globale.
Soft power e cultura a 360°
Oltre alla scienza, la delegazione italiana includeva operatori culturali e imprenditori, con l’obiettivo di ampliare l’influenza culturale e commerciale. Tra le intese figurano anche collaborazioni di carattere umanistico, che spaziano dall’organizzazione di residenze artistiche al confronto tra tradizioni locali e italiane. Un esempio è la partecipazione dell’artista groenlandese Inuteeq Storch alla Biennale di Venezia 2024.
Ritorno talassocratico
Sebbene non abbiano fini politici espliciti, questi accordi consolidano la presenza italiana in un’area chiave per l’apertura di nuove rotte marittime e l’accesso a risorse minerarie.
Gianluca Auriemma
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