Napoli Crea: la Dichiarazione di Napoli rilancia l’artigianato con le Indicazioni Geografiche
Napoli ha ospitato il 14 e 15 aprile 2025 la seconda edizione di Napoli Crea – La rivoluzione gentile, un evento che si conferma appuntamento strategico per il futuro dell’artigianato italiano. Due giornate intense, tra la suggestiva cornice della Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi e la panoramica Villa Doria d’Angri, per discutere, condividere visioni e costruire nuove traiettorie di sviluppo basate sull’identità, la qualità e l’innovazione.

Promossa dall’associazione Le Mani di Napoli, con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Ministero del Turismo e del Comune di Napoli, l’iniziativa ha posto al centro il valore culturale ed economico dell’artigianato, inserendosi nel calendario ufficiale della Giornata Nazionale del Made in Italy. Cuore dell’edizione 2025 è stata la presentazione della Dichiarazione di Napoli, un documento strategico che propone il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche (IG) per le produzioni artigianali e industriali non alimentari, in linea con il nuovo Regolamento UE 2023/2411, in vigore dal 1° dicembre 2025.

Durante l’apertura, Giancarlo Maresca, presidente de Le Mani di Napoli, ha parlato di un artigianato “moderno e dinamico”, sottolineando la necessità di farne un interlocutore politico e sociale. Da parte delle istituzioni cittadine, Maria Grazia Falciatore, capo di gabinetto del Comune di Napoli, ha ribadito come l’identità della città sia indissolubilmente legata agli artigiani. Fabrizio Luongo di Casartigiani Napoli ha evidenziato il potenziale occupazionale del settore, mentre Massimo Vittori (direttore di oriGIn) ha definito l’estensione delle IG un cambio di paradigma.

La seconda giornata ha visto un’ampia partecipazione istituzionale. Il sottosegretario Massimo Bitonci ha annunciato che dal 1° dicembre sarà possibile presentare domanda per l’ottenimento dell’IG anche per i prodotti artigianali, con il supporto normativo per la redazione dei disciplinari. Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura, ha ricordato l’investimento di oltre 151 milioni di euro dal Piano Nazionale Cultura per il Mezzogiorno. Domenico Furgiuele, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la conservazione della sartoria tradizionale italiana, ha descritto la sartoria napoletana come “una tradizione che evolve senza perdere identità”.

Importanti anche le voci locali. Teresa Armato, assessore al Turismo, ha parlato di sintonia tra le anime dell’artigianato napoletano e della necessità di sostenere il credito e l’innovazione. Il senatore Gianluca Cantalamessa ha ricordato gli oltre 250 milioni destinati al settore, sottolineando la necessità di rendere di nuovo attrattivo il mestiere artigiano. Luigi Nave, senatore del Movimento 5 Stelle, ha invece messo l’accento sull’esigenza di misure concrete e incentivi reali per le microimprese.
Dal piano europeo, il direttore esecutivo dell’EUIPO, João Negrão, ha confermato la disponibilità dell’istituzione a sostenere l’applicazione del nuovo regolamento per le IG artigianali, definendole “strumento strategico per la resilienza e lo sviluppo sostenibile”.

A chiudere l’evento è stato Damiano Annunziato, direttore generale de Le Mani di Napoli, che ha lanciato la proposta di avviare un tavolo di lavoro per scrivere il primo disciplinare dell’artigianato napoletano, auspicando che il riconoscimento dell’artigianato diventi il nuovo grande simbolo culturale ed economico della città, al pari della pizza o della mozzarella. Napoli si candida così a diventare laboratorio europeo per un nuovo modo di fare sviluppo: lento, radicato, bello e giusto.
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