‘Fiori di fuoco’, Anaïs Tondeur in mostra a Spot Home Gallery
di Luca Sorbo
Anaïs Tondeur è la seconda artista in residenza di Spot Home Gallery, dopo il maestro svedese Anders Petersen. Una scelta che conferma l’impegno della Galleria nel promuovere la fotografia d’autore, sostenendo artisti selezionati nella creazione di nuovi lavori ispirati e realizzati a Napoli e in territorio campano.

Il progetto “Fiori di fuoco” è stato realizzato con il sostegno di Spot home gallery – Programma MIRA Mobilità internazionale per la Ricerca Artistica dell’Istituto Francese – Prix Photographie & Sciences promosso da Résidence 1+2, Ministero della Cultura francese, Adagp, CNRS, Stimultania (sede associata) e Fondazione Picto, oltre ai media partner Fisheye e Sciences et Avenir – La Recherch.
Il 12 febbraio è stata inaugurata la sua mostra presso la sede della Spot Home Gallery fondata e gestita da Cristina Ferraioli. La piccola galleria si sta affermando tra le interessanti a livello europeo. Lo scorso anno ha partecipato al Paris Photo ed sempre attenta ad organizzare eventi di alta qualità. La mostra sarà visitabile fino al 12 aprile.
“Fiori di fuoco” nasce da una corrispondenza tra l’artista Anaïs Tondeur, il filosofo Michael Marder e alcune comunità di piante che curavano l’uomo al tempo dei Romani, prima dell’eruzione del Vesuvio, e che, oggi, contribuiscono alla guarigione dei suoli, contaminati dall’incenerimento e dalla sepoltura dei rifiuti tossici nelle profondità della regione.

Secondo alcuni botanici, le piante ruderali, quando crescono in terreni fortemente inquinati, producono in eccesso una molecola nota come fenolo. Attraverso il gesto fotografico, Anaïs Tondeur raccoglie questo eccesso di fenolo con un processo chiamato fitografia. Senza estrarre le piante dal loro terreno, l’artista si affida alla luce del sole per esporre i loro corpi e a una reazione chimica naturale tra le molecole fenoliche e la superficie fotosensibile – carta o tessuti raccolti dalle discariche e fotosensibilizzati alla luce”.
Nata nel 1985, Anaïs Tondeur vive e lavora a Parigi.
Laureata alla Central Saint Martins (2008) e poi al Royal College of Arts (2010) di Londra, ha ricevuto il Prix Art of Change 21 (2021) e la menzione d’onore Ars Electronica CyberArts (2019).

Il suo approccio artistico è profondamente radicato nel pensiero ecologico e si inserisce in una pratica interdisciplinare attraverso la quale Tondeur esplora nuovi modi di raccontare il mondo, che permettano di trasformare la nostra relazione con gli altri esseri viventi e con i grandi cicli della terra.
Incrociando scienze naturali.antropologia, creazione di miti e nuovi media, costruisce una sorta di laboratorio di attenzioni che, attraverso l’indagine e la finzione, si traduce in percorsi, installazioni, fotografie, esperienze sensoriali o processi alchemici.
Molti dei suoi progetti nascono da incontri, accadimenti sensoriali con un elemento, un territorio o altre forme di conoscenza e percezione del mondo. La sua pratica di ricerca la porta conseguentemente a uno stato di apertura e di attenzione amplificata. Che sia sulle tracce di fenomeni reali o di elementi e personaggi immaginati, i soggetti scelti diventano le guide di mondi altrimenti inaccessibili alle nostre percezioni.

I suoi progetti di ricerca l’hanno portata in spedizioni attraverso l’Oceano Atlantico, sui confini tra le placche tettoniche, nella zona di esclusione di Chernobyl, sotto la superficie di Parigi, attraverso suoli urbani inquinati o sotto il flusso atmosferico di particelle antropiche. Quando i territori delle sue indagini sono inaccessibili, crea veicoli immaginari che si muovono per lei. È così che ha mandato un sogno nello spazio a bordo di Osiris Rex, una navicella della NASA.
Ha risieduto come Artista in Ricerca e Creazione presso l’ex deposito di semi della Famiglia Vilmorin (Verrières-le-Buisson, 2020-21), presso Chantiers Partagés a cura di José-Manuel Goncalves, presso 104 (2018-19), Artlink

Share this content: